Partenza 2 luglio (2019), Malpensa 12.10….Direzione Bangkok !!!
Una valigia,contenente pochi indumenti , sufficienti per stare in giro in 2 mesi, e lo spazio sufficiente per il coraggio, la pazienza, la libertà, la saggezza,la compassione, l’ adattamento e la voglia di sentire tutto dentro, di guardare ogni cosa con gli occhi di una bambina, con la stessa meraviglia e stupore che mi appartenevano in quell’età,insomma sfruttare questa meravigliosa occasione per scoprire il mondo,per conoscermi ancora un pò di più.
Tutto questo avviene con la leggerezza e la paura di partire sola, lasciando per la prima parte del viaggio, i miei tesori più grandi a casa( i mie figli e mio marito, che mi raggiungeranno le ultime 3 settimana).
Ricordo ancora la sensazione che ho provato appena arrivata a Bangkok,” E ADESSO ???”; velocemente osservavo fuori dal finestrino,mentre dall’aeroporto arrivavo all’hotel,cercavo un indizio in quel cielo grigio,in tutti quei grattacieli, case; presto avrei trovato tutte le mie risposte.La parola Thailandia deriva da thai (ไทย o ไท), aggettivo che significa “libero” o “indipendente”, forse stavo cercando la libertà??? E quando parlo di libertà intendo dire quella del cuore e della mente!!
Arrivata in stanza,capisco la posizione in cui mi trovo rispetto a quello che volevo visitare per prima e inizio ad entrare nel vivo dell’ avventura, prendo un taxi inizio a parlare con la gente del posto, a contrattare per ogni cosa, a capire che in molte occasione avrei dovuto usare il linguaggio universale dei versi, dei gesti perchè l’ inglese non tutti lo conoscevano o almeno la gente comune , quella da cui volevo imparare cosa significava quel “libero” e “indipendente”, che li caratterizzava.
Cammino e cammino per le strade di Bangkok e passo dopo passo mi convinco , che quello era il mio posto,,profumi,odori di cibo dell’onnipresente street food in ogni sua forma, la loro manualità veloce e attenta, i colori del cibo, della frutta, della verdura, tutto mi parlava, mi entusiasmava, mi eccitava, c’era amore ed esperienza in quello che vedevo, i loro gesti non erano meccanici come qualcosa che veniva ripetuto quotidianamente senza pensarci ( cosa che spesso nel mondo occidentale ci ritroviamo a fare, gesti che facciamo meccanicamente tutti i giorni senza dargli valore, dando per scontato il nostro impegno,il nostro sforzo, tutto si svuota) ,ma mi stavano comunicando la loro storia,la loro cultura attraverso il cibo, che trovo sia uno dei mezzi di comunicazione più efficace e potente per chi sa ascoltare, capace di farti sentire e provare sensazioni uniche, profonde .
Il giorno dopo vengo raggiunta dai miei amici e insieme ci immergiamo nelle vie interminabili di mercati, di street food, di centri commerciali…per poi arrivare a fine giornata stanchi morti davanti alla spa per un foot-massage strepitoso e ricominciare ad esplorare la Bangkok di notte, ancora più incasinata, traffico da mettersi le mani nei capelli, folle, eccentrica, strana.
E’ arrivato il momento però di continuare il viaggio, Bangkok bella, contraddittoria,affascinante ma dobbiamo andare ; direzione Udonthani ,nord della Thailandia, missione e scopo principale di questo viaggio,progettare e formare un menù di cucina italiana all’ interno di un agriturismo bellissimo nel cuore delle campagne del nord della Thailandia, il dovere ci chiama!
Arrivati ad Udonthani, troviamo la calma e la pace, alla quale non siamo più abituati, immersi nel verde della campagna, si possono ammirare tutte le tonalità del verde e dei colori sgargianti dei fiori e dei frutti; il caldo continua ad essere soffocante, appiccicoso e ci dicono che è il primo anno di stagione delle piogge in cui la pioggia non si vede…che c..fortuna!
Mettiamoci all’opera, il ristorante è pronto,ma tutto intorno è ancora un cantiere:così inizio questa sfida, in un ambiente completamente diverso da quello a cui sono abituata, con strumenti improvvisati in alcune situazione, odori, profumi diversi che m’ispirano e mi emozionano…procedo, provo e riprovo fino a quando il menù è terminato con l’ approvazione dei palati Thailandesi, che costantemente al mio fianco si sono dimostrati disponibili ad assaggiare e a suggerire la direzione verso la quale dovevo andare.
Nel frattempo i lavori procedono, di pari passo alla cucina.L’ arredamento del ristorante e della pasticceria sono pronti, Inizio a fare formazione e tutto quello che è necessario fare per mettere in grado le persone, che rimarranno a lavorare in agriturismo, di riuscire a riprodurre il menù. Credo sia stata una delle esperienze , che a livello personale mi abbiano realizzato di più, ho imparato molto da tutti e soprattutto mi sono messa in gioco al 100 %, a nudo e grazie all’aiuto di tutti quelli che mi erano vicino, ma anche di quelli lontani,sono riuscita a portare a termine la missione. Ho lasciato andare l’arroganza di un modo di lavorare frenetico e senza cuore, per fare entrare la semplicità che caratterizza la cultura thailandese nel lavorare, per dare il giusto valore a quello che faccio .
Finito il mio lavoro riprendo il viaggio insieme ai miei amici in attesa che arrivi la mia famiglia; visitiamo il Laos, solo alcuni giorni, per conoscere la capitale,Vientiane, molto carina caratterizzata da un architettura coloniale francese che si alterna a templi buddisti.Anche in questa occasione non ci siamo fatti mancare i loro favolosi massaggi, i mercatini e il loro street food lungo le rive del Mekong.
Come dicevo ripartiamo per quel del Vietnam ed è subito amore anche lì, arriviamo ad Hanoi in una giornata di pioggia torrenziale, e non appena arrivati in stanza andiamo e ci fiondiamo a scoprire questa meravigliosa città, nel frattempo aveva anche smesso di piovere.Bellissima, incasinatissima, motorini, tuk-tuk e auto che sfrecciano dappertutto e strombazzano con il clacson a tutto andare, come avvertimento, dopo 5 minuti che cammini non capisci più niente. MA STRAORDINARIA, QUESTE VIE PIENE ZEPPE DI NEGOZI APERTI, STREET FOOD, RISTORANTI LOCALI,odori, sapori, rumori, colori e volti di persone che si mischiano insieme in una cultura forte, con una guerra alle spalle orribile e come tutte le guerre sanguinosa, ma con tanta voglia di riprendersi il proprio destino e rimboccarsi le mani per ricostruirlo.I vietnamiti sono degli instancabili lavoratori,abili commercianti e nella contrattazione sono i numeri uno,non si smuovono di un millimetro; abbiamo fatto delle lunghe sudate nel contrattare con loro.Sono stata davvero bene , otre la capitale abbiamo visitato Halong bay, bellissima :comprende circa 2000 isolette calcaree con numerose grotte carsiche e dalle acque meravigliose.Qui ho compiuto i mie primi 40 anni, sulla barca con gente di nazionalità diversa, come una vera “cittadina del mondo” e con il cuore pieno di gratitudine.
Poi ci siamo spostati un pò più a sud a Dalat, sul lago, dove l’escursione termica si è fatta notare , da 40 gradi con umidità al 1000 per 1000, siamo passati a 13/14, un freddo…..non eravamo preparati. Paese famoso per le fragole,natura stupenda.Da qui ci muoviamo sulla costa a Natrang, sul mare.Questo posto rispetto tutti gli altri non mi è piaciuto molto, perchè l’ ho trovato snaturato della sua cultura, cittadina appositamente costruita per il turismo cinese e russo, con palme , super hotel di lusso.
Da qui torniamo per una notte a Dalat e da li volo per Bangkok per poi tornare in agriturismo a Udonthani, avevamo ancora del lavoro da finire .Da Bangkok a Udonthani ci siamo avventurati questa volta in treno, avventura estenuante ma divertente, treno zeppo di persone e pacchi, scomodo ma anche in questo caso carico di esperienze.
Tornati in agriturismo vengono ultimati i lavori e anche il ristorante è tutto pronto; nel frattempo arrivano i miei figlie,mio marito, che mi sono mancati da morire e se devo dirla tutta stavo iniziando a soffrirne di questo!
Ora siamo in 8 e facciamo ancora qualche giorno a Udonthani, dopo di che salutiamo tutti e partiamo questa volta per la CAMBOGIA.Nel frattempo facciamo scalo a Bangkok e recuperiamo due nostre amiche; 10 viaggiatori, di cui 6 adulti e 4 bambini pronti per la scoperta di un isoletta ,KOH RONG,della Cambogia.
Prima di arrivare sull’isola facciamo scalo a Sihanoukville, sempre in Cambogia,intenzionati a stare lì almeno 2 giorni per visitare il paese, dopo di che avremmo preso il traghetto che ci avrebbe portato al mareeee ; ma una volta arrivati lì veniamo accolti da montagne di immondizia e un cantiere di grattaceli e casinò. Arrivati all’alloggio, ci raccontano il perchè di quello scenario: in pratica il popolo cinese si è comprato con le sue valigette piene di contanti e il permesso del governatore cambogiano le attività esistenti nella cittadina per poi distruggerle e tirar su alberghi di lusso con relativi casinò che sarebbero stati pronti per accogliere il turismo cinese ingolosito dal fatto che avrebbero potuto giocare d’ azzardo, vietato nel loro paese. Per fare tutto ciò hanno rovinato la vita alla popolazione locale e agli stranieri, che da anni ormai avevano aperto lì la loro attività, lasciando tutti nelle sporcizia, spazzatura e quant’altro. Dispiaciuti di tutto ciò, decidiamo di non trascorrere altro tempo lì e passata la notte prendiamo il traghetto per l’ isola.
Arriviamo nel paradiso, acqua verde smeraldo, abitazioni stile capanne sulla spiagge e alle spalla la giungla selvaggia; li trascorriamo 10 giorni in pieno relax, godendo delle belle giornate, del cibo locale e della gente carinissima del posto, facendo gite per pescare e visitare tutta l’isola.
Credo che questa ultima parte della vacanza abbia cancellata nel nostro modo di vivere le giornate( costume e ciabatte) ogni traccia del fare occidentale con il quale siamo partiti, in piena armonia con la cultura del posto.Tutto meraviglioso, dal bagno aperto che dava sulla giungla,alle feste di sera sulla spiaggia, all’ aspettare per ore barche che ci portavano da un isola all’ altra, per poi riaspettare che scaricassero prima la merce per poter salire.
I due mesi sono giunti al termine e prima di tornare in Italia,abbiamo altri 2 giorni a Bangkok,per visitare ancora altre parti della città inesplorate,come per esempio Khao san road, Chinatown.
Che dire riparto con il magone,perchè questo viaggio,questa esperienza mi ha regalato tanto, fatta in un momento dell mia vita in cui tante cose dentro di me erano già cambiate. Vi chiederete se ho trovato risposte alle mie domande, se ho trovato e ho capito cos’è la libertà? Ebbene si, i posti che ho visitato e le persone che ho incontrato sono stati meravigliosi, ma credo che nulla avviene per caso, che la vita ti aiuti, attraverso degli espedienti come in questo caso il viaggio, a cercare solo dentro di te le risposte e se sei pronta ad ascoltare, eccole che arrivano.Torno a casa pronta a sfidarmi di nuovo , ancora e ancora ,con entusiasmo e fiducia . Ringrazio davvero tutti,con tutto il mio cuore:a chi mi è stato sempre vicino,a chi da lontano mi è stato vicino ugualmente e a tutte quelle persone che ho incontrato e con le quali ho scambiato anche solo un sorriso, a tutti coloro che seguendo il mio viaggio dai social hanno potuto viaggiare insieme a me e a chi riuscirà a leggere questo mio articolo….GRAZIEEE!!!
2 Replies to "Il viaggio del cuore (Thailandia, Laos,Vietnam & Cambogia)"
Laura 14/10/2019 (18:33)
Wow Sister, fantastica…❣
La descrizione di questi 2 mesi è stata talmente trasportante che mi sono sentita catapultata nei tuoi ricordi.
Che la libertà sia sempre cpn te e tutti noi.
FORZA E CORAGGIO..
Thanks Life❣
Cinzia Nisticò 14/10/2019 (18:45)
Grazieeee sister ❤️❤️❤️